martedì 15 marzo 2011

PATRIZIO MARIA @ GOOD CAFFè roma

Patrizio Maria: voce, chitarre, giocattoli colorati
Danilo Bigioni: basso e toys
Stefano Corrias: batteria e toys


Una serata inattesa quella trascorsa ieri al Good Cafè. Tutto si svolge come al solito con informale ritualità: gli artisti sono sul piccolo palco ad effettuare il sound check, i soliti problemi del prima concerto... e poi via.
Apre il concerto un gruppo dal provocatorio nome, gli "Amianto", che propone una scaletta di brani originali ostici per le armonie ed il timbro vocale. Immediato si insinua il richiamo alla richiesta di incentivi per lo smaltimento dell'amianto, ma nulla da fare, i ragazzi non si perdono d'animo e portano a termine il loro lavoro. Troppo giovani forse per il palco, ma nella loro forma grezza hanno saputo proporre testi di kafkiana natura con interessanti spunti e collegamenti futuristi.
Poi finalmente ho avuto il piacere di ascoltare la vera (all) Star della serata. Patrizio Maria inforca la stessa chitarra che si lamentava tra le braccia del chitarrista rasta degli Amianto e... qualcosa di magico deve essere accaduto sotto il mio naso senza che nessuno se ne accorgesse perchè da quello stesso strumento iniziano ad uscire suoni ricchi ed emozionanti.
La serata è stata davvero divertente, alternata ed accompagnata da brani semplici di sano pop italiano, pieno di quegli elementi strutturali che hanno reso grande la musica del nostro paese.
Motivi con ritornelli particolarmente orecchiabili conditi da una esecuzione eclettica, dove le timbriche vocali abbandonano gli schemi canonici per cavalcare quelli della fantasia.
A suo modo Patrizio Maria trascina e si lascia seguire anche dai più scettici, li porta nel suo mondo surreale fatto di strade statali, colori, all star, in un sobborgo romano tra Nuova Delhi e Londra, il tutto calato in una realtà fortemente legata al quotidiano. E' un'architettura di geniale complessità composta da elementi semplici e concreti, visioni comuni e gesti ordinari artisticamente disposti e presentati per essere accompagnati dal suo sound, affatto banale, che colpisce diritto alle emozioni.
Il supporto, infine, è di eccezionale forza, colpisce tanto il basso stacanovisticamente suonato da Danilo Bigioni quanto la barreria scanzonata e sobria di Stefano Corrias.
Da ascoltare e riascoltare contro il logorio della vita moderna.



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