domenica 6 maggio 2012

CALAMBRE TANGO PRJECT @ 28 DiVino


CALAMBRE TANGO PRJECT:

Lara Bagnati: flauto
Luca Rizzo: sax alto, clarinetto
Paolo Bernardi: piano, arrangiamenti, musiche
Federica Michisanti: contrabbasso
Pietro Fumagalli: batteria




Il 28 DiVino non ha certo bisogno di presentazioni, ogni sera una proposta diversa con una sola certezza: qualità assoluta. Bisogna riconoscere il merito di coloro che si impegnano costantemente non solo per variare e spaziare nella loro offerta ma soprattutto che promuovono la grande qualità espressa dai gruppi più giovani. Essere giovani musicisti, infatti, non vuol dire non essere bravi o meritevoli ma sicuramente vuol dire dover "sgomitare" (e non poco) nel ginepraio imposto dalle strette maglie della rete dei grandi. Trovare spazi e palcoscenici adatti non è quindi facile e il merito di questo jazz club è proprio quello di offrire uno spazio importante anche ai più giovani talenti. Arrivo preparato a questa serata di Tango, dopo aver ripassato, nel pomeriggio, vecchi cavalli di battaglia dei più famosi spaziando da Piazzolla a Galliano a Girotto… tutti i miei miti del tango.
Non avevo mai ascoltato Paolo Bernardi ma avevo letto della sua passione per Piazzolla quindi sono arrivato con delle importanti aspettative alla presentazione di questo loro terzo lavoro. "Almas Heridas" è il brano che da il titolo alla raccolta: un brano dedicato alle vittime del terremoto dell'Aquila nel quale è espressa tutta la paura ed il terrore ossessivo di chi ha vissuto momenti che non potrà più dimenticare. La serata si sviluppa attraverso l'alternanza dei nuovi brani del cd con pezzi presi dalla tradizione per lo più legati ad Astor Piazzolla. Paolo Bernardi non solo dirige il gruppo ma spende per ogni brano qualche parola per contestualizzarlo, inquadrarlo in un periodo storico o sociale della vita degli artisti, per sottolinearne il significato facilitandone l'ascolto e fornendo utili spunti di riflessione e nuove chiavi di lettura. Questa è una delle modalità che preferisco perché sostengono l'ascolto attivo e rendono tutto il pubblico partecipe dell'evento. Così, coinvolto dalla musica e dalle parole, lascio che questo quartetto mi invada con le sue note.  Immediatamente mi sorprendo per il sano equilibrio tra flauto e sax (o clarinetto) che portano i fraseggi ad inseguirsi, superarsi e rincorrersi ancora, come è proprio della tradizione del tango, senza mai cadere nel manierismo o nella banalità. "C'è molto Girotto in tutto questo!" , penso mentre li ascolto suonare, e ne avrò la conferma solo dopo aver scartato il CD. Lara Bagnati e Luca Rizzo portano avanti tutte le melodie scambiandosi i ruoli senza smettere mai di sorprendere, giocano bene con le loro note mostrando talento e passione propria dei grandi musicisti. Pietro Fumagalli alla batteria domina l'incalzare delle ritmiche sempre così mutevoli di uno stile tra i più complessi alternando momenti di presenza importante con altri assolutamente sussurrati. Pregevole anche il lavoro  di Federica Michisanti al contrabbasso: uno strumento decisamente "sproporzionato" direbbe chiunque prima di sentirla suonare o di vedere con quale facilità ne solleva la mole. Infine Paolo Bernardi arrangiatore e autore di molti dei pezzi ascoltati (tutti reinterpretati secondo gli stili dei singoli musicisti), di lui mi ha colpito la semplicità espressiva unita all'estro creativo. La capacità di far sembrare semplice anche l'elemento più complesso. Suonare il Tango in questa forma nuova è un progetto di grande ambizione che facilmente sottopone a tranelli quali la clonazione o, ancor peggio, l'assenza di stile. Qui siamo di fronte ad un quartetto che ha un altro passo, che ha davvero qualcosa da dire attraverso una musica che appartiene ad una cultura e ad un costume lontano: hanno colto questo costume, hanno raccolto l'essenza di questa musica fatta di suoni, ritmi e melodie uniche, hanno interiorizzato ogni elemento per rielaborarlo ed offrirlo nel loro disco, per offrirlo a noi in questa serata come prelibatezza in grado di coinvolgere nell'ascolto e nell'anima. Questa musica ha vita! Lasciarsi trascinare da brani come "Adios Nonino", chiudere gli occhi per toccare due temi che si incontrano, lasciarsi guidare da Paolo Bernardi fino alla fine del "Libertango" è un'esperienza davvero unica e da non perdere. Torno a casa con un nuovo cd: "Almas heridas" (che non dovrebbe mancare sugli scaffali di chi ama la musica) e con un nuovo gruppo da seguire perché, ne sono certo, faranno grandi cose!     



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