lunedì 16 maggio 2011

Maria Pia De Vito @ Centrale Montemartini

Sabato 14 maggio, ore 22.30: la notte dei musei. Tra le tante proposte scelgo quella della Centrale Montemartini, la prima centrale termoelettrica di Roma da una decina di anni riconvertita in Museo per ospitare alcune opere romane dei Musei Capitolini. Una fila silenziosa di persone aspetta in un cortile industriale davanti a grandi vetrate illuminate, che più che a una fabbrica fanno pensare ad una piccola Versailles.

L'impatto è forte una volta entrati: archeologia classica e archeologia industriale insieme, le macchine e gli dei, il marmo bianco tra la ghisa nera. Due mondi diametralmente opposti si incontrano in un gioco di contrasti continuo. Antinoo, l'amante dell'imperatore Adriano, spicca candido tra turbine e manometri, torsi di guerrieri e divinità si inseguono tra tubature e bulloni, la musa Polymnia, avvolta nel suo manto, sembra proteggersi dai fumi delle caldaie.

L'effetto è spiazzante ed emozionante, nonostante la folla di studenti, turisti, abitanti del quartiere. L'architettura industriale rende nuove, esotiche, belle le opera classiche e le statue antiche rendono misteriose, affascinanti, suggestive le macchine industriali ristrutturate e l'austera ed elegante architettura della fabbrica. A volte, nei musei antichi e pieni di marmi e stucchi, le statue antiche finiscono per annoiarci; a volte passiamo accanto ad edifici industriali senza alzare gli occhi. Qui si gioca sugli opposti: ci si rende conto che per vedere realmente le cose ci vuole un contrasto. Bianco e nero, bianco e nero.

Forse ci avrà pensato anche la cantante che esce ad esibirsi nel palco allestito tra i macchinari, che indossa una tunica optical: bianco e nero, bianco e nero. È Maria Pia De Vito, accompagnata da Guinga alla chitarra. Anche la sua musica gioca sui contrasti: jazz e canto tradizionale napoletano si fondono in un impasto strano, che piacerebbe ai satiri di Dioniso che guardano con occhi di pietra. “Che lingua è?” chiede qualcuno “Portoghese?”, “Forse inglese?”, “No, è napoletano…”. La voce è roca, morbida, acuta, bassa, melodiosa, stridente, perfetta per l'ambiente: sa di macchine e di fumo, ma anche di vele candide e mari azzurri.

Esco insoddisfatta delle mie solite abitudini mentali e un po' più convinta che gli opposti possono non solo attrarsi, ma anche convivere e che nella vita, forse, non bisogna avere paura delle differenze e dei contrasti, ma valorizzarli per ricreare bellezza … e penso che ci tornerò, perché la Centrale ha un programma di concerti jazz (Montemartini Blue Note) ogni venerdì e sabato sera dal 20 maggio al 4 giugno.


© 2011 GHIGHLI