giovedì 31 marzo 2011

YAYOI KUSAMA @ Gagosian Gallery

Arte e mondanità si uniscono come sempre alla Gagosian Galleria di Roma, solo 2 ore per presenziare, possibilmente farsi fotografare, e dire “c’ero anche io”!
Le sale diventano salotto dando spunto per incontri ludici, d’affari, amorosi e quant’altro si allontani il più possibile dall’arte. Affascinanti sono tuttavia, in questo appuntamento di Marzo, le istallazioni che si mescolano ai quadri e hanno come tema predominante i “pois”. Prima tra tutte Reach up to the Universe, dotted pumpkin – uno specchio a forma di zucca bucata e vuota, rosso lacca nel suo interno, immersa in una stanza anch'essa rossa e pervasa di specchi concavi, circolari come i buchi, l'impressione è che la zucca sia esplosa, sembra di entrare in un mondo surreale e fiabesco. Il cubo formato da specchi diverte.
I fori circolari, di varie dimensioni sparsi sulle quattro pareti, permettono di esperire riflessioni giocose di se, degli altri curiosi e dei mille DOT che si creano.
Le multi cromie dei ritratti formati da “pois”, pallini o dot che dir si voglia sono ipnotizzanti e si riflettono assieme ai monocromatici grandi quadri sempre di dot nella immensa sala del “ Narcissus Garden” (istallazione di centinaia di sfere specchiate sparse a terra che valsero notorietà all’artista alla 33° Biennale a Venezia nel 1966).
Impossibile non apprezzarne la matericità, per noi comuni mortali con gesti goffi rubati agli sguardi dei sorveglianti mentre Luigi Ortani si è divertito a posare per i fotografi raccogliendo le sfere e improvvisando mimiche degne di un artista eclettico. Pepi Marchetti ha fatto gli onori di casa indossando una camicia verde a pois oro in perfetta armonia con il tema della mostra.


GAGOSIAN GALLERY
YAYOI KUSAMA
MARCH 25 - MAY 7, 2011
Via Francesco Crispi 16
00187 Rome
T. 39.06.4208.6498 F. 39.06.4201.4765
Hours: Tue-Sat 10:30-7 & by appointment



by © Alearch & U-Gene 2011

lunedì 28 marzo 2011

KATIA RIZZO & RETRO' BAND @ CAFFè LATINO


Parlare di Katia Rizzo e della Retrò Band è un po' emozionante, ma sono certo che ne parlerò ancora perchè nella città è una delle Band che spiccano per freschezza ed energia. Ascoltarli suonare è piacevole. Katia, minuta nella sala, diventa un leone sul palco, affascina con i suoi sorrisi e con le sue movenze. Il locale, il Caffè Latino, non ha un'acustica invidiabile, e l'impianto, progettato per la discoteca, non ha lasciato spazio alle sonorità dal gusto "retrò" proposte dalla Band, ma la serata è stata frizzante e divertente. Il repertorio appartiene al nostro dna, canzoni sentite e risentite in mille modi diversi, Katia ci mette l'anima, le affronta non rileggendole ma rileggendosi. L'impressione è quella di un artista che non ha interesse nel portare un repertorio datato nei tempi moderni ma, al contrario, desidera portare i tempi moderni nel repertorio passato. Per questo, ascoltando attentamente, sparisce il contesto, sparisce il caos e anche la difficoltà imposta dall'impianto acustico. Tutto svanisce per dare spazio a quelle sensazioni di una vita che ricresce attraverso caramelle, parole, bambole e mille bolle blu. Sono veri artisti quelli che ti sanno far sognare con loro, che ti conducono nel loro spazio, ti accolgono nella loro musica. Per questo la Retrò Band ha una marcia in più, ha la capacità di fare centro con il suo repertorio semplice, ha energia da vendere, ha carattere e forza che viene fuori dal palco attraverso i loro sorrisi, tra gli sguardi di intesa, le scelte dei brani e la ricerca delle note sulla tastiera.
Una certezza Luciano Zanoni alla tastiera, anche se l'impianto del locale non ha premiato l'uso del pedale, sono spiccati grandi spunti di jazz, di funky e fraseggi di classe; Nicola Casali (special guest) dal tocco importante di milleriana memoria, ha scelto per il suo basso un suono molto anni ottanta per il repertorio ma che non stonava affatto introducendo, con il suo stile, una spinta in più. Alla batteria Riziero Bixio, nascosto dietro il suo strumento lavora sodo senza soluzione di continuità, mi colpisce sempre l'espressione dei batteristi perchè sembra che stiano con la testa da un'altra parte, ma una cosa mi ha incuriosito in questo caso: la serena gioia di suonare e l'equilibrio tra "servizio" ed "espressione" ovvero la serenità con cui porre lo strumento al servizio del gruppo diviene espressione della propria arte.
Infine Katia Rizzo, indiscussa star della serata, retrò nel canto, nel vestito nelle smorfie e nello smalto (che quasi le stavo per rovinare). Katia ha sposato in tutto e per tutto questo suo progetto musicale, e si esprime pienamente in esso. La sua voce fluttua tra i toni diversi senza mai imitare gli autori ma mescolando ad ogni brano parte della sua personalità. E' il vero motore della Band e si percepisce subito, ha carisma, ha fascino, ha una grande capacità di comunicazione, sa trascinarti e farti divertire il tutto con una disarmante semplicità. Apprezzabili infine le coreografie di Marica Galli ed i cori (nascosti) di Agnese Valle.
Da vedere sempre!

martedì 22 marzo 2011

Susanna Stivali @ Alexander Platz

Era domenica sera, già tardi quando decidevo di andare ad ascoltare Susanna Stivali all'Alexander Platz. Alle spalle avevo una giornata di pieno relax, sport la mattina e un pranzo in riva al mare per festeggiare, in anticipo, la primavera.
Non è bastata la sgradevole accoglienza che solo lo storico Alexander Plax sa riservare ai suoi fruitori e neppure la somministrazione di una caipirinha incopatibile anche con la più squallida fiera di paese; non è bastata l'improbabile carta delle consumazioni o la vergognosa e banale giustificazione: "il POS non prende" (come se nel 2011 ancora ci dovessimo credere!!!) ...tutto questo non è bastato a farmi passare il desiderio e la curiosità di avvicinarmi a questo nuovo progetto musicale.
Ero in buona compagnia e ben disposto all'ascolto di una voce a me già nota. L'avevo infatti ascoltata in altre occasioni, su progetti diversi, in quartetto, mai da sola, ed ero davvero curioso. Mi ha accolto con un sorriso, prima del concerto, uno scambio di battute al volo che lasciano trasparire il calore di chi affronta la sua serata con profonda serenità. Pochi minuti per prepararsi e finalmente Susanna Stivali, meravigliosamente accompagnata al pianoforte, ci porta nel suo mondo vocale fatto di melodie e ska, di voce che rincorre le note tra note che rincorrono la voce. Dai giochi vocali del "Tango del se" ad una versione contratta di "Theme from New York, New York" dove la voce, dotata di straordinaria estensione specie verso il basso, si fonde con le particolari ed inconfondibili sonorità del piano fender; dalle dolci parole di "Accarezzami amore" (testo di Alda Merini) all'intrigante versione di "Nina, Si voi dormite" di Gabriella Ferri, in un continuo susseguirsi di brani e di giochi, Susanna Stivali ti porta a passeggio tra le note, ti illustra il suo mondo, ride, gioca, canta, improvvisa e scherza con tutto quello che conosce della musica e delle note, complice il suo effetto con il quale crea ed improvvisa svelando un nuovo mondo pieno di voci.
E' brava Susanna Stivali, consapevole delle sue grandi capacità ma semplice nel suo modo di presentarle, non espone il suo stile, ma ti prende per mano, ti accompagna cantando ogni nota nel suo stile creativo e costruendo il precorso da seguire insieme.
C'è anche molta sana ambizione, la voglia di scardinare i modelli standard, c'è innovazione e tradizione, ricerca di nuove assonanze e dissonanze, quel distonico che rimane nell'orecchio e, appena finito, ne vorresti ancora. Il progetto che ha presentato prevede la partecipazione di cinque diversi pianisti in altrettante serate, tutte da ascoltare.
Piace davvero questa Susanna che, "Sospesa", "...sa dirci come respira prima di cantare". Da non perdere!

venerdì 18 marzo 2011

Don Juan & The Saguaros Live @ Good Cafe'

Juan Fragalà: chitarra e voce
Poor Bob: chitarra elettrca
Gianluca Giannasso: batteria
Federico JolkiPalki Camici: basso

Il sapore delle ballad e l'energia del Rock'n'Roll in questa serata che, malgrado la piaggia, ha visto riempirsi la piccola sala del Good Cafè a trastevere. Don Juan & The Saguaros hanno coinvolto il pubblico ed i passanti che spesso ho visto fermarsi oltre il vetro retro palco. Quattro musicisti, quattro barbe, un'aria austera, grande serietà e una totale assenza di sorrisi sono stati gli ingredienti che hanno dato il via alla serata. La musica straordinariamente omogenea, l'intesa tra i musicisti è impressionante, grande professionalità segno di ore ed ore di prove. Nulla è lasciato al caso, nessuna pecca acustica, un sound check oltremodo accurato che forse ha lasciato solo il basso un po' troppo in evidenza. Piace ascoltare Don Juan & The Saguaros, dalle prime ballad agli ultimi rock'n'roll i brani si sono susseguiti tutti d'un fiato, affaticando ed assetando il gruppo che, dopo aver iniziato a scaldarsi, si è sciolto regalando maggiore interazione, e qualche sorriso in più. Sembra ancora viva le febbre del rock'n'roll, e tutta la sala non riesce ad astenersi dal battere il tempo (peccato che il senso del ritmo appaia, per molti, davvero irraggiungibile), Don Juan & The Saguaros lentamente ci portano nel loro mondo legato all'America Centrale, al Messico in particolare, associando effetti che regalano alla chitarra di Poor Bob sapienti ed intriganti sonorità latinoamericane. Piacevole ascoltare tanta musica in levare, dove contrappunto e pause usati con maestria danno ad ogni brano nuovo respiro e straordinaria poesia. Un unico disco nella loro giovane carriera, assolutamente da comprare: Don Juan, dal suo "secondo" brano in poi, ha scritto tutta musica davvero interessante, bravi!
Da vedere e non dimenticare!




martedì 15 marzo 2011

PATRIZIO MARIA @ GOOD CAFFè roma

Patrizio Maria: voce, chitarre, giocattoli colorati
Danilo Bigioni: basso e toys
Stefano Corrias: batteria e toys


Una serata inattesa quella trascorsa ieri al Good Cafè. Tutto si svolge come al solito con informale ritualità: gli artisti sono sul piccolo palco ad effettuare il sound check, i soliti problemi del prima concerto... e poi via.
Apre il concerto un gruppo dal provocatorio nome, gli "Amianto", che propone una scaletta di brani originali ostici per le armonie ed il timbro vocale. Immediato si insinua il richiamo alla richiesta di incentivi per lo smaltimento dell'amianto, ma nulla da fare, i ragazzi non si perdono d'animo e portano a termine il loro lavoro. Troppo giovani forse per il palco, ma nella loro forma grezza hanno saputo proporre testi di kafkiana natura con interessanti spunti e collegamenti futuristi.
Poi finalmente ho avuto il piacere di ascoltare la vera (all) Star della serata. Patrizio Maria inforca la stessa chitarra che si lamentava tra le braccia del chitarrista rasta degli Amianto e... qualcosa di magico deve essere accaduto sotto il mio naso senza che nessuno se ne accorgesse perchè da quello stesso strumento iniziano ad uscire suoni ricchi ed emozionanti.
La serata è stata davvero divertente, alternata ed accompagnata da brani semplici di sano pop italiano, pieno di quegli elementi strutturali che hanno reso grande la musica del nostro paese.
Motivi con ritornelli particolarmente orecchiabili conditi da una esecuzione eclettica, dove le timbriche vocali abbandonano gli schemi canonici per cavalcare quelli della fantasia.
A suo modo Patrizio Maria trascina e si lascia seguire anche dai più scettici, li porta nel suo mondo surreale fatto di strade statali, colori, all star, in un sobborgo romano tra Nuova Delhi e Londra, il tutto calato in una realtà fortemente legata al quotidiano. E' un'architettura di geniale complessità composta da elementi semplici e concreti, visioni comuni e gesti ordinari artisticamente disposti e presentati per essere accompagnati dal suo sound, affatto banale, che colpisce diritto alle emozioni.
Il supporto, infine, è di eccezionale forza, colpisce tanto il basso stacanovisticamente suonato da Danilo Bigioni quanto la barreria scanzonata e sobria di Stefano Corrias.
Da ascoltare e riascoltare contro il logorio della vita moderna.