venerdì 13 gennaio 2012

ZANISI - PIEROTTI - D'ISANTO Trio @ 28DiVino

Una nuova serata, una nuova sorpresa. Questo è il 28DiVino: una struttura che non dimentica mai di essere anche un Club. La proposta è interessante, tre giovanissimi a cui dare spazio, tre promesse a cui dare occasione di esprimersi. Così nella piccola sala sotterranea inizia il concerto, tra molte attese ed un piccolo ma selezionato gruppo di uditori. Brani originali con lo smalto maturo di chi sa come si armonizza un pezzo. La formazione in trio non lascia spazio ad errori ed incertezze. Le composizioni sono davvero molto interessanti, alcune richiamano vecchi schemi anni 80 ma tutte sono esaltate dalla qualità dei musicisti che non tardano a mostrare tutto il loro estro. Francesco Pierotti (contrabbasso) autore di quasi tutti i brani guida la serata presentando rispettosamente ogni pezzo, immediatamente risalta il binomio brano-luogo dove il luogo (statico o dinamico) da elemento della composizione diventa luogo dell'espressione prima e dell'ascolto poi. Il concerto si sviluppa poi come un viaggio (Roma, Terni, Torino) durante il quale gli artisti danno il massimo sfogo al loro estro creativo. Il contrabbasso domina molti dei pezzi spesso dialogando con il pianoforte proprio sul tema portante. Al pianoforte troviamo un superlativo Enrico Zanisi, dallo sguardo giovane ma dalle espressioni musicali già mature. Diventa facile perdersi tra le sue note che sgorgano come da una sorgente di acqua fresca. Questo fa bene al jazz italiano: il coraggio di esprimersi con uno stile nuovo, giovane e pulito come quello che ci ha regalato questo trio. Alla batteria Fabio D’Isanto, o meglio il suo lato "b"! Lo avevo ascoltato qualche giorno prima in un'altra formazione, ma in questa occasione, complice il particolare stato di grazia, forse complice anche l'empatia tra i musicisti e i pezzi in repertorio…. questa sera sembrava un'altra persona. Un lavoro maturo, sapiente, ricercato nello stile e nel tocco.
Al termine del concerto, si sale, si chiacchiera, riemerge la vera natura del Club dove la presenza non è consumistica ma trova ragione nello scambio di esperienze. Si commenta il concerto con gli stessi musicisti, si parla di fotografia, di teatro, di musica, di cinema…. e quello che si è appena ascoltato ancora risuona dentro in tutte le vibrazioni che si sono vissute. Si torna a casa soddisfatti, sazi del cibo, del vino e dell'ascolto. Pronti per nutrirsi ancora con altro cibo, altro vino ed altre note.
Una bella serata al 28DiVino.

martedì 10 gennaio 2012

Leonardo Radicchi 4tet @ 28DiVino

Il 28DiVino è sicuramente uno dei più interessanti jazz club della capitale, tutto è jazz: il clima, l'aria che si respira, lo scambio di esperienze, le foto appese, la grotta… per questo mi piace andare ad ascoltare la musica da loro! E in tante volte che ho avuto il piacere di andarvi, non sono mai state tradite le mie aspettative. Se cercate un vero jazz club, se siete alla ricerca di vera musica, di passione, competenza e nuovi incontri musicali il 28DiVino è il locale per voi. L'esibizione del Leonardo Radicchi 4tet non smentisce quanto appena affermato, inizia in sordina con un brano lento giusto per scaldare l'ambiente, gli strumenti e le mani dei musicisti per poi svolgersi in una singolare alternanza di brani originali composti da un ventenne di grande talento: Leonardo Radicchi. Alle spalle una serie di esperienze importanti che oggi si manifestano in una musica matura, a volte complessa ma mai banale.
Altrettanto giovani i suoi compagni di avventura: Andrea Colella (contrabbasso) un tocco delicato ma sicuro a sostenere ora l'armonia ora la ritmica, un lavoro chiave e di grande qualità; il ventunenne Manuel Magrini, impressionante pianista dall'invidiabile "mano destra", che ci ha proposto una serie interminabile di spunti gradevoli, puliti, precisi da vero talento che sa come dosare tecnica e virtuosismo; Fabio D'Isanto alla batteria ha voluto, in questa occasione, dare un tocco più marcato al suo suono attraverso incisi a volte duri, ma ha saputo accompagnare con delicatezza tutti quei momenti in cui la batteria deve saper accompagnare con i suoi "vuoti". In sintesi quello di Leonardo Radicchi è davvero un bel progetto, propone una musica fresca, nuova e di alta qualità. La giovane età dei musicisti non è dunque un limite ma la peculiarità che consente loro di proporre un repertorio originale con tutte le caratteristiche dei grandi standard. Il tempo vola ed è facile perdersi tra le mille note proposte, il dialogo tra gli strumenti è fluido e si sussegue lasciando spazio alla versatilità dei singoli per poi riunirsi in brevi incisi corali a dimostrazione del grande talento portato sul palco. Il concerto finisce ma resta ancora la voglia di ascoltarne ancora…. segni importanti per chi fa musica, ma anche per chi la ascolta.
Un "grazie" speciale lo dobbiamo al 28DiVino che, con la sua programmazione attenta e sapiente, lascia spazio ai giovani talenti troppo spesso ignorati o resi invisibili nell'Italia dei baroni.