martedì 10 gennaio 2012

Leonardo Radicchi 4tet @ 28DiVino

Il 28DiVino è sicuramente uno dei più interessanti jazz club della capitale, tutto è jazz: il clima, l'aria che si respira, lo scambio di esperienze, le foto appese, la grotta… per questo mi piace andare ad ascoltare la musica da loro! E in tante volte che ho avuto il piacere di andarvi, non sono mai state tradite le mie aspettative. Se cercate un vero jazz club, se siete alla ricerca di vera musica, di passione, competenza e nuovi incontri musicali il 28DiVino è il locale per voi. L'esibizione del Leonardo Radicchi 4tet non smentisce quanto appena affermato, inizia in sordina con un brano lento giusto per scaldare l'ambiente, gli strumenti e le mani dei musicisti per poi svolgersi in una singolare alternanza di brani originali composti da un ventenne di grande talento: Leonardo Radicchi. Alle spalle una serie di esperienze importanti che oggi si manifestano in una musica matura, a volte complessa ma mai banale.
Altrettanto giovani i suoi compagni di avventura: Andrea Colella (contrabbasso) un tocco delicato ma sicuro a sostenere ora l'armonia ora la ritmica, un lavoro chiave e di grande qualità; il ventunenne Manuel Magrini, impressionante pianista dall'invidiabile "mano destra", che ci ha proposto una serie interminabile di spunti gradevoli, puliti, precisi da vero talento che sa come dosare tecnica e virtuosismo; Fabio D'Isanto alla batteria ha voluto, in questa occasione, dare un tocco più marcato al suo suono attraverso incisi a volte duri, ma ha saputo accompagnare con delicatezza tutti quei momenti in cui la batteria deve saper accompagnare con i suoi "vuoti". In sintesi quello di Leonardo Radicchi è davvero un bel progetto, propone una musica fresca, nuova e di alta qualità. La giovane età dei musicisti non è dunque un limite ma la peculiarità che consente loro di proporre un repertorio originale con tutte le caratteristiche dei grandi standard. Il tempo vola ed è facile perdersi tra le mille note proposte, il dialogo tra gli strumenti è fluido e si sussegue lasciando spazio alla versatilità dei singoli per poi riunirsi in brevi incisi corali a dimostrazione del grande talento portato sul palco. Il concerto finisce ma resta ancora la voglia di ascoltarne ancora…. segni importanti per chi fa musica, ma anche per chi la ascolta.
Un "grazie" speciale lo dobbiamo al 28DiVino che, con la sua programmazione attenta e sapiente, lascia spazio ai giovani talenti troppo spesso ignorati o resi invisibili nell'Italia dei baroni.

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